Maccioni, pagine personali

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Mosin Nagant 1891  (7,62x54R)
Ecco il un'altro fucile che ha visto 3 secoli. Questo, a mio parere, bellissimo fucile ha fatto il
giro del mondo. Questa ex ordinanza faceva parte di una bella collezione
proveniente dall'Australia. Il fucile è in generali ottime condizioni, ha una canna splendida,
completo di una cinghia, che non so se sia originale del fucile, sicuramente vecchissima.
Il fucile piaceva anche ad altri, per togliere le impronte di Pikappa c'è voluto il diluente :-)),
per le unghie di Ramirez c'è voluto un pò di più :-))))).

Il fucile viene dall'arsenale di Tula, il più
prolifico con questo tipo di fucile, ne ha prodotti
oltre 4 milioni di pezzi, dal 1892 al 1926.
Di questo modello di fucile ne sono stati fatti
milioni di pezzi, però è impossibile
sapere quanti ne sono sopravvissuti,
ma una cosa è sicura, non sono molti.

Molte parti di questi fucili sono state
successivamente utilizzate per fare nuovi fucili.
Basti pensare alla Finlandia che pur avendo
in dotazione i Mosin, non ha mai costruito
un'azione di un fucile, ma ha sempre riciclato
dai Mosin russi.

Questo fucile è del 1897 e coerentemente
presenta i punzoni imperiali.

Una vista dell'azione con l'alzo del primo tipo e l'attacco della cinghia al serbatoio, il tutto
coerente con l'anno di produzione del fucile. Questo fucile ha evitato la trasformazione
che nei primi anni del XX° secolo portò alla sostituzione dell'alzo causato dal cambiamento
dalla munizione di ordinanza. Si passò infatti ad una palla di tipo "spitzer".
Alla prova di tiro questo fucile spara spaventosamente alto, ma è un particolare insignificante.
Nel calcio è assente il rinforzo nel calcio , il "crossbolt". Come mi ha ben consigliato l'amico
Gualbo, è meglio stare leggeri nelle ricariche con questi tipi di calci.
Una vista più ravvicinata, chiaramente con culatta poligonale.
Il fucile è monomatricola, anche se come vedremo in seguito qualche intervento l'ha subito.
La prima volta che vedevo un'alzo di questo tipo.
Il lato destro non presenta nessuna numerazione.
Il lato sinistro invece presenta la numerazione in Arshini, da 400 a 1200
e visto da sopra.
In questa posizione invece veniva usato
per mirare alle distanze maggiori.
Veniamo ora a vedere gli attacchi e la cinghia. Questo è l'attacco anteriore ed è fissato alla
fascetta anteriore del copricanna, anche questo del primo tipo.
La maglietta presenta un attacco a "gancio", ma solo allentando la fascetta
questa si riesce a togliere.
L'attacco posteriore che come dicevamo prima è fissato tramite una vite passante sul
serbatoio che serve anche a fissaggio del fondello del serbatoio stesso.
La vite non è in buonissime condizioni, è parzialmente corrosa sulla filettatura.
Come avrete notato la cinghia presenta questo colore rossastro, ed è sicuramente molto vecchia,
gli acidi della concia hanno completamente corroso i tre rivetti che tengono ferma la fibbia
sulla cinghia. Non ho idea se sia o no una cinghia militare originale.
Visto che è sicuramente molto vecchia e l'ho trovata sul fucile ho preferito non toglierla.

La fascetta posteriore che tiene fermo il copricanna è anche questa del primo tipo
come avevamo già visto quella anteriore.
La manetta dell'otturatore presenta la solita matricola della canna, anche se i caratteri sono decisamente più moderni
però il fatto che la matricola sul cane sia
diversa mi fa pensare ad un normale,
comunissimo intervento in arsenale.
La matricola sul fondello del serbatoio è coerente come numero e come carattere
così come quella sul calciolo
Il punzone imperiale sulla culatta
e questo punzone sul calcio.
Punzoni sull'alzo e sulla fascetta
e sull'otturatore.
Vicino alla manetta sull'otturatore
questi punzoni.
Banco di prova ???
E questi sono sicuramente banchi di prova inglesi

I rivetti in rame che fermano i supporti del copricanna.
Un'occhiata al mirino
e a tutta la parte anteriore del fucile di lato
e davanti.
Arma acquistata presso l'armeria Royal Armouries di S. Clemente (RN)
< armeria chiusa, purtroppo, da anni >
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