Maccioni, pagine personali

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SVD Dragunov (7,62x54R)
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Ho meditato a lungo se fare o no una pagina su questo fucile. Durante l'incendio al TSN di Pistoia avevo questo fucile ed
è stato sequestrato per oltre un anno e mezzo. Poi chiarito che ne io ne l'arma avevamo responsabilità mi fu restituita.
L'arma era apparentemente, pesantemente danneggiata. La parte sinistra era stata raggiunta da un forte calore,
carbonizzando però solo superficialmente la vernice, alcuni accessori distrutti o molto danneggiati.
Col tempo ho ripristinato lo stato originale dell'arma ed ho ritrovato il materiale danneggiato.
Ho rifatto il fucile a gommalacca, ho utilizzato come 
campione di colore la parte destra, il lavoro è venuto bene,
se non dico niente non ce se ne accorge.
Fatta questa dovuta premessa vediamo questa arma molto interessante. 
СНАЙПЕРСКАЯ ВИНТОВСА ДРАГУНОВА è il nome russo di questo fucile, ovvero Snajperskaja Vintovka Dragunova,
da qui il suo nome l'acronimo SVD seguito dal nome del suo progettista Dragunov (Yevgenj Fëdorevič) come spesso si usa per le armi russe.
Questo fucile progettato a fine degli anni '50 e iniziato a produrre nel 1963. Nasce per sostituire come
arma di precisione il vecchio Mosin Nagant 1891/30 equipaggiato con ottica PU. La sua produzione continua ancora
oggi con alcune modifiche, tra cui la sostituzione delle parti in legno con parti in polimero, calci ripiegabili, ecc. ecc.
Maggiori informazioni le trovate sul bel sito www.dragunov.net 
L'estetica di questo fucile è inconfondibile, la pala del calcio forata ha iniziato uno stile

In realtà l'impiego di questo fucile più che da sniper è stato quello di arma di copertura di squadra, in inglese marksman.
Questo ruolo è coperto da un soldato specializzato in tiro di precisione, ma in funzione di copertura della sua squadra,
in questo ruolo sono più apprezzati armi semiautomatiche al posto dei classici fucili a ripetizione manuale (bolt action)

 Nella foto sopra la cinghia in tela, uno dei numerosi accessori con cui mi è stato consegnato il fucile.

Una vista dell'azione. L'azione è del "vecchio" tipo, ovvero con la fresatura di alleggerimento fatta sopra il caricatore.
Dopo il 1990 questa fresatura è stata eliminata sia per la produzione militare che per quella civile, anche per soddisfare
la fornitura di fucili in calibri diversi dal 7,62x54R ed irrobustire l'azione stessa.
Questa fresatura serviva oltre che a alleggerire l'arma a identificare al buio dove inserire il caricatore.
Dopo il 1995 questo fucile ha subito un altro aggiornamento.
L'arma è equipaggiata con un'ottica PSO-1 a quattro ingrandimenti.
La meccanica ricorda quella dell'AK, in realtà il sistema di presa gas è diverso, il sistema
di chiusura a otturatore rotante è uguale a quello inventato da Kalashnikov.
Nella foto sopra si vedono i principali comandi, la leva di smontaggio, la grande leva della sicura e la leva
di estrazione caricatore. Il pezzo di nastro isolante che si vede attaccato dietro la finestra di espulsione
non è dato in dotazione :-) l'ho messo per non segnare l'arma con i bossoli espulsi,
mi sono dimenticato di toglierlo per le foto.
Di questo fucile ne esistono diversi cloni, quello più
comune è il cinese NDM 86, il punzone fotografato
a sinistra identifica il fucile come di produzione russa
effettuata nello stabilimento della Izhmash a Izhevsk,
arsenale storico della Russia
L'anno di produzione è il 1989, quindi abbastanza recente
ed in teoria uno degli ultimi ad utilizzare l'azione del
vecchio tipo, come visto sopra.

Sotto l'anno è presente la matricola.

Il fucile, almeno per quello che ho potuto vedere
è totalmente monomatricola. 
Qui di fianco la matricola sul coperchio dell'azione 
il carrello porta otturatore
il gruppo di scatto
la leva della sicura
l'otturatore
il sistema di presa gas
l'asta di riarmo
le matricole sono riportate internamente
anche ai legni anteriori
la matricola del fucile è riportata
anche sull'attacco dell'ottica
La tacca di mira è regolabile in altezza
da 100 a 1200 metri
La parte sinistra dell'azione con la slitta per il montaggio dell'ottica.
Qui è visibile il modello dell'ottica e la sua matricola
La matricola dell'ottica è riportata
sulla sinistra della pala del calcio
La parte interna dell'attacco dell'ottica 
Le varie parti, l'interruttore per illuminare il reticolo
il porta lampade
il vano batterie
i tamburi di regolazione
quello per la deriva
quello dell'alzo. Sulla destra è visibile la finestrella del filtro passivo per gli infrarossi 
il selettore per inserire il filtro o per disinserirlo
La leva della sicura inserita.
Questa è la leva che consente lo sbloccaggio del coperchio dell'azione in posizione normale 
ed in posizione di smontaggio
mi sono dimenticato di fotografare il coperchio :-(
Comunque qui si vede il carrello porta otturatore, nel foro in alto entra l'asta con la molla che assicura il riarmo,
in basso è visibile il dietro dell'otturatore col percussore.
Una volta tolto il gruppo otturatore rimane visibile la camera di cartuccia e le sedei dei tenoni.
In alto è visibile l'asta collegata al pistone di presa gas. Da qui la prima evidente differenza con l'FPK rumeno,
che ricordiamo non è un dragunov, ma è praticamente uguale ad un AK
Una volta tolto il coperchio ed il gruppo otturatore è visibile il gruppo di scatto.
Il gruppo otturatore molto ben fatto a mio avviso. L'otturatore a testa girevole e il carrello molto più leggero
rispetto ad un FPK o ad uno Zastava M76
Un problema noto del Dragunov è la
facilità con cui è soggetto allo slam fire.
Di nascita ha il percussore flottante.
Questa arma ha subito una leggere modifica,
ovvero è stata inserita una molla di contrasto ed
una rondella che riduce drasticamente il problema.
A qualcuno questa modifica inficia l'originalità
dell'arma, a me non da nessun fastidio,
la sicurezzaprima di tutto.
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